Il racconto
I lavori di fortificazione della Linea Gotica cominciano nell’autunno del 1943 e si concludono nell’estate del 1944. Quello che è di fatto il fronte meridionale del Reich impegna le truppe tedesche e alleate fino alla primavera del 1945: in tutto, meno di due anni. Ma due anni di cemento e piombo, di stragi e battaglie che si imprimono nelle vite e nella memoria di popolazioni e paesi, dalla provincia di Massa-Carrara a quella di Pesaro. Due anni nel corso dei quali le sorti della guerra cambiano drasticamente, così come cambia il nome di quella linea di confine che lo stesso Furher sostituisce con “Linea Verde”, nel tentativo di mitigare la dirompenza simbolica di un suo sempre più probabile sfondamento. Eppure, quasi nulla è stato raccontato di coloro che sul tracciato della Gotica hanno vissuto: costruendola, nascondendosi, attraversandola, senza necessariamente indossare una divisa.
La sottile linea verde non è solo un documentario storico e di architettura militare. È un viaggio alla scoperta di un episodio bellico e umano che segna profondamente l’appennino tosco-emiliano; delle piccole storie che fanno la Storia: quelle degli uomini costretti ai lavori forzati dalle Organizzazioni Todt e Paladino, quella delle donne che si ribellano agli ordini di sfollamento, quella dell’irruzione di soldati stranieri in paesi che, fino a quel momento, non conoscevano nulla se non la propria quiete secolare.